Erboristeria

Lapacho, il tè degli Incas

Il lapacho (Tabebuia Avellanadae) è una pianta appartenente alla famiglia delle Bignoniacee, originaria della foresta amazzonica e diffusa nelle zone montuose del Paraguay, della Bolivia in Argentina e Brasile.

E’ un albero dal legno tipicamente molto duro, capace di raggiungere i 40 metri di altezza, e caratterizzata da fiori gialli con varietà rosa, rossi o purpurei capaci di produrre una capsula legnosa contenente semi alati.

LapachoDi questo bellissimo albero si utilizza soprattutto la corteccia interna raccolta in primavera senza recare danno alla pianta capace di rigenerare velocemente il tessuto mancante.

E’ così che questa preziosa corteccia dal tipico aspetto brunastro viene prelevata dal pau d’arcu, così chiamata in portoghese, e utilizzata sotto forma di decotto dai nativi del sudamerica che da sempre ne sfruttano le interessanti proprietà medicinali.

L’infuso di Lapacho, dal tipico colore bruno-rossastro e sapore aspro e dolce, da sempre viene impiegato per le sue straordinarie proprietà immunostimolanti, antimicotiche, antibatteriche, antivirali oltre che per le proprietà depurative, antinfiammatorie, analgesiche lievi, vulnerarie, astringenti e sedative lievi.

Sono proprio le proprietà immunostimolanti, battericide, antivirali e soprattutto fungicida, ad aver reso nota questa pianta anche in Europa, introdotta come sussidio e cura in particolare degli stati di candidosi sulla quale si dimostra particolarmente efficace.

A giustificare queste straordinarie proprietà si riscontra un mix di costituenti chimici composto da naftoquinoni, in particolare da lapacholo, di cui si raccomanda una titolazione di almeno il 2%, menachinone-1, deossilapacholo, beta-lapachone, alfa-lapachone, deidro-alfa-lapachone, Naftofurandioni, iridoidi e antrachinoni. Oltre a questi componenti il Lapacho contiene anche una speciale combinazione e concentrazione di sali minerali abbastanza rari o elementi in tracce: calcio, magnesio, fosforo, zinco, cromo, silicio, manganese, molibdeno, rame, ferro, potassio, sodio, cobalto, boro, oro, argento, stronzio, bario, nichel.

Utilizzato tradizionalmente dai guaritori dell’Amazzonia come infuso per trattare ulcere, diabete, reumatismi, micosi cutanee e come tonico, fortificante del sangue, contro cistiti, prostatiti, bronchite, gastrite, ulcere, problemi epatici, asma, gonorrea, tinea pedis, ernie, tumori alla prostata e al fegato.

Dal punto di vista scientifico le indicazioni più accreditate sono quella antimicrobica che spiega l’interessante azione della pianta su ceppi batterici e micotici quali ad esempio Candida, Brucella spp, Staphylococcus aureus e Tricophyton sui quali agisce con un meccanismo che implica il disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa (processo fondamentale della respirazione cellulare che determina la produzione di energia necessaria per la vita della cellula).

L’azione antivirale, invece pare sia dovuta al lapacholo che si dimostra capace di inibire in vitro vari ceppi virali tra cui herpes virus I e II, oltre che attraverso l’azione del beta lapachone capace di  inibire efficacemente la trascrittasi inversa di alcuni retrovirus.

Giustificate, inoltre sembrano le indicazioni di questa pianta come antitumorale, sempre grazie a vari meccanismi complessi messi in atto dal principio attivo lapacholo su cellule cancerose sulle quali determina un effetto citotossico.

Per poterne beneficiare è sufficiente preparare un decotto mettendo 1 o 2 cucchiaini per tazza di corteccia in acqua fredda e facendo bollire il tutto per 20 minuti. Si lascia riposare altri 10 minuti a fuoco spento e si consumano 3 o 4 tazze al giorno.

Utile come processo depurativo è l’utilizzo del decotto associato a vitamina C con lo scopo di purificare il sangue, il fegato e risolvere problemi di pelle. E’ risaputo che una nutrizione non corretta e un modo di vivere sbagliato portano ad uno stato di affaticamento dell’apparato digerente con alterazione della flora batterica intestinale che determina la produzione di sostanze tossiche assorbite dall’intestino e capaci di raggiungere il fegato e tutte le altre cellule determinando la loro azione nociva sull’organismo che risponde con una perdita della forma fisica e delle prestazioni dei vari organi. Il lapacho in questo contesto aiuta a ripristinare la flora batterica, a incrementare le difese immunitarie e a ripulire, grazie ad un’azione drenante e sul fegato, il sangue dalle tossine accumulate ristabilendo la salute fisica.

Dott.ssa Festa Antonietta

www.Farmaverde.it

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.