Erboristeria

Prevenire e affrontare l’influenza con le piante officinali non è più questione di altri tempi

Sono moltissime le piante officinali da sempre impiegate allo scopo di rafforzare il sistema immunitario passate sotto l’occhio critico di farmacologi e biologi, allo scopo di accertare l’efficacia e la sicurezza di numerosi estratti vegetali appartenenti a tradizioni popolari differenti.

Ignari dei possibili effetti collaterali ai quali si va in contro con la vaccinazione, sono quasi un milione le persone che ogni anno scelgono di sottoporsi al vaccino antinfluenzale senza considerare l’elevata incidenza (un caso su quattro) di effetti avversi, i più comuni dei quali vanno da  semplici reazioni cutanee, con arrossamento e gonfiore nella sede dell’iniezione, sino alla comparsa di febbre, malessere, dolori muscolari e mal di testa. Ma purtroppo la lista di effetti indesiderati non finisce qui  perché, in alcuni casi per fortuna rari, possono comparire problematiche piuttosto gravi tra le quali la sindrome di Guillain-Barré: una forma di neuropatia acquisita da demielinizzazione, probabilmente derivante da una risposta autoimmune.

Questo è il motivo per cui è necessario affrontare la vaccinazione farmacologica solo in caso di effettivo bisogno e in soggetti fortemente immunocompromessi evitando di considerare tale pratica una normale profilassi preventiva utile a tutti.

echinaceaNei soggetti fondamentalmente sani sono molte le piante capaci di indurre un incremento delle difese immunitarie oltre che un’efficace azione antibatterica e antivirale. Tra le più note, e maggiormente studiate, troviamo Echinacea, Uncaria ed Eleuterococco. L’Echinacea è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Compositae caratterizzata da fusti e foglie pelose e spinose con infiorescenza “a margherita” di colore viola o rosa chiaro e originaria del Nord America anche se attualmente molto diffusa anche in Europa. Lavori sperimentali sia in vitro che in vivo hanno dimostrato la capacità di estratti di Echinacea di incrementare le difese immunitarie in caso di raffreddore e influenza incrementando l’attività dei macrofagi, la produzione di alfa e beta interferone (sostanza antivirale prodotta dal sistema immunitario), oltre che di citochine e TFN-alfa. Gli studi dimostrano inoltre un effetto antinfiammatorio dovuto all’inibizione della jalurnonidasi batterica, oltre che un’azione antivirale e antibatterica. I principi attivi responsabili di questa azione sono soprattutto glicoproteine alchilamidi e in particolare un gruppo di polisaccaridi fra i quali arabinogalattani e arabinoxilani. Queste sostanze all’interno del organismo si comportano alla stregua di un vaccino mimando la struttura dei polisaccaridi presenti sulla superficie dei batteri patogeni e determinando in questo modo l’attivazione benefica delle difese immunitarie.

L’Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus) è una pianta eretta che può raggiungere 1,5-2,5 metri di altezza, è caratterizzata da corteccia grigio chiara o marrone e foglie lungamente picciolate e composte da 5 foglioline finemente dentellate disposte a forma di palmo con piccole spine lungo le nervature. L’eleuterococco detto anche ginseng siberiano, è una pianta tonico adattogena di cui si utilizza  l’estratto della radice titolato in eleuterosidi e polisaccaridi. In questo caso il meccanismo d’azione e i principi attivi responsabili dell’attività biologica non sono ancora del tutto compresi anche se studi clinici (su gruppi di volontari umani) hanno dimostrato l’azione immunostimolante che a quanto pare si manifesta con un incremento della fagocitosi, del numero dei linfociti (cellule bianche del sistema immunitario), aumento delle natural killer (elementi del sistema immunitario deputati a segnalare la presenza di patogeni e a scatenare la risposta dell’organismo), e l’aumento di interferone (sostanza antivirale). Molto indicata quindi sia come prevenzione sia successivamente a manifestazioni di influenza, raffreddore e convalescenze varie. In questi casi l’azione tonica-adattogena che si manifesta non solo con l’aumento delle difese immunitarie ma anche con una maggiore resistenza alle fonti di stress può rivelarsi particolarmente utile senza incorrere, a differenza del ginseng, in marcati effetti di eccitazione.

L’Uncaria (Uncaria tomentosa) è una liana rampicante a tronco legnoso alta fino ai 30 metri provvista di spine ricurve. Le foglie sono tipicamente coriacee ellittiche-ovate con base tronca. Questa pianta conosciuta anche come “Una de Gato” per l’aspetto delle sue spine, proveniene dalla tradizione popolare andina. La corteccia, che rappresenta la parte medicinale della pianta, è ricca di alcaloidi ossindolici fino ad oggi reputati i principali responsabili dell’attività immunomodulante. Oltre a queste sostanze è stata rilevata la presenza di glucosidi dell’acido quinovico che conferiscono un’importante azione antinfiammatoria, flavonoidi e proantocianidine anch’esse coinvolte nell’azione immunostimolante e antinfiammatoria.

Studi in vitro dimostrano in questo caso una stimolazione sia delle cellule NK (natural killer) che dei linfociti T attivando in questo modo sia le risposte specifiche che aspecifiche. Per questo è indicata nelle malattie da raffreddamento delle prime vie respiratorie quali febbre, tosse e raffreddore sia in prevenzione che in fase acuta. Evidenti sono inoltre le proprietà antivirali al punto da renderla efficace nel trattamento dell’Herpes, della varicella zoster e come sostegno alle malattie degenerative che determinano una forte immunosoppressione quali HIV e cancro (terapie complementari). L’azione antinfiammatoria dovuta ai glucosidi dell’acido quinovico e alle proantocianidire risulta particolarmente utile in caso di artriti, artrosi, processi infiammatori dolori osteoarticolari e muscolari.

Dott.ssa Antonietta Festa

www.Farmaverde.it

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