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I ghiacciai italiani stanno scomparendo

Ennesimo bilancio in negativo nell’ estate 2007 per i ghiacciai alpini italiani, che sotto i 3.500 metri a questo ritmo rischiano di scomparire nel giro di 20 anni. “Il ghiacciaio di Ciardoney sul Gran Paradiso quest’ estate ha perso 1,5 metri di spessore e il fronte glaciale è arretrato di 10 metri di lunghezza rispetto all’anno scorso” afferma Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, appena rientrato dall’ultimo monitoraggio. La salute dei nostri ghiacciai e le possibili strategie per difenderli dall’estinzione,saranno uno dei nodi chiave che verranno affrontati dalla Conferenza.
“Quello dello Ciardoney infatti si può considerare un ghiacciaio campione rispetto alla zona alpina occidentale – spiega Mercalli – un dato significativo per l’area tra Francia, Italia e Valle d’Aosta”.

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Lo Ciardoney insomma fa da termometro della salute di tutti gli altri ghiacciai sotto i 3.500 metri, per questo viene misurato regolarmente. “Il monitoraggio si effettua tutti gli anni a settembre – afferma l’esperto – l’anno glaciologico infatti comincia ad ottobre, con la prima neve invernale in alta quota, e termina a settembre, in questi giorni, quando conclude la sua fusione estiva”.

Durante l’estate 2007 sono state confermate variazioni di temperature rilevanti? “La temperatura registrata nei tre mesi di giugno, luglio e agosto nella zona alpina occidentale è stata di un grado superiore alla norma” spiega Mercalli. “Sullo Ciardoney – spiega l’esperto – non è rimasto nulla della neve invernale: non c’é nessuna riserva per i prossimi anni, è come aver lasciato il freezer con lo sportello aperto”. Il bilancio 2007 è quindi negativo, ma per fortuna non eccezionale, quanto la terribile annata del 2003, quando erano stati persi ben tre metri di spessore. E anche nel 2007 i fronti glaciali sotto i 3.500 metri si confermano quelli più a rischio estinzione. “Questi piccoli ghiacciai tra i 3.000 e i 3.500 metri a questo ritmo scompariranno nel giro di 20 anni – afferma l’esperto – a differenza di quelli presenti su Monte Bianco o Monte Rosa, oltre i 4.000 metri, che dovrebbero resistere qualche decennio in più “. L’allarme ghiacciai 2007 infatti risulta in linea con i dati degli anni precedenti. Come quanto emerso dalla campagna glaciologica dello scorso anno nelle Alpi Occidentali: su 71 ghiacciai misurati nel 2006, ben 69 risultavano in regresso. A fornire questi numeri Gianni Mortara, dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Cnr di Torino.

Tre in particolare i ghiacciai che risultavano in maggiore arretramento: il ghiacciaio del Gran Paradiso, la cui estensione si è ridotta di 174 m negli ultimi tre anni, quello del Soches-Tsanteleina nel settore piemontese valdostano, che segna un meno 116 metri nello stesso arco temporale e il Lavassey, con una regressione pari a meno 76 metri. Anche il Lys, uno dei due ghiacciai del versante sud del Monte Rosa, di cui Luca Mercalli ha studiato l’andamento dal 1812 ad oggi, sta cambiando aspetto. Dai dati della ricerca emerge che nel 1999 questo ghiacciaio ha raggiunto il punto più arretrato degli ultimi due secoli e continua ad indietreggiare. In generale, le formazioni glaciali stanno facendo dietrofront sempre più velocemente, in particolare dal 2003, complice anche la diminuzione della nevosità in regioni come la Valle d’Aosta. Dal 1926 si sono sempre verificate con una certa regolarità, circa ogni 5 anni, annate di neve fresca particolarmente abbondante. Nel 1986 invece è iniziata una netta inversione di tendenza e solamente nel 2003-2004 è stato registrato un inverno poco più nevoso del normale e non particolarmente abbondante.
(articolo tratto da www.ansa.it)

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