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Cosa cambia quando il cane è anziano

La vecchiaia non è soltanto una faccenda umana, ma riguarda, purtroppo anche i nostri animali domestici. Di certo, il progresso della medicina, anche in campo veterinario, le condizioni sicuramente migliori a livello igienico-sanitario dei nostri amici a quattro zampe e l’alimentazione più sana hanno determinato un invecchiamento anche degli animali che vivono di più e in modo migliore. In ogni caso, cosa cambia quando il cane invecchia? Vediamolo insieme.

Il cane anziano, il quadro generale

Man mano che il cane invecchia intervengono diversi cambiamenti fisiologici importanti. Innanzitutto, tra quelli più evidenti, il pelo che diventa bianco o grigio, ma anche l’affaticamento maggiore e l’insorgenza di qualche patologia. Con l’avanzare dell’età, infatti, può sopraggiungere qualche problema alle articolazioni, a carico del sistema cardiocircolatorio o anche renale e anche alla vista. La vecchiaia, ovviamente, incide anche sulle capacità nervose e cognitive dell’animale. In questo caso i cambiamenti assomigliano a quelli che avvengono negli uomini, ovvero alcune parti del cervello degenerano fino a compromettere a volte alcune funzioni nervose. Ma a quale età l’animale può definirsi anziano? Non esiste un numero preciso, una soglia esatta, proprio come accade alle persone. Purtroppo molto cambia di caso in caso, a seconda dell’animale e a volte la degenerazione può anche avvenire in modo veloce e repentino, fino a dover far riferimento a dei servizi funebri a Roma, come Funerali Roma.

Quali sono e come cambiano le funzioni cognitive

Vediamo ora quali sono le principali funzioni cognitive del cane da tenere sotto controllo mano a mano che passano gli anni. Sicuramente la cosiddetta attenzione sociale, ma anche la capacità di apprendimento, la memoria, le abilità fisiche e relazionali e infine la capacità di eseguire un comando. Con l’avanzare dell’età, in particolare, si modifica la memoria dell’animale e soprattutto la capacità cognitiva di elaborare le informazioni. Ad esempio un cane anziano saprà fare lo stesso percorso con il medesimo ordine, ma al contrario potrà trovarsi in difficoltà a orientarsi.

Il cane e l’Alzheimer

L’Alzheimer  è nell’uomo una delle forme più comuni e diffuse di demenza senile. Nel regno animale, in realtà, pochissime specie sviluppano malattie neurodegenerative simili all’Alzheimer. Il cane, però, viene colpito dalla cosiddetta sindrome da disfunzione cognitiva, che assomiglia moltissimo all’Alzheimer. Tra i sintomi ci sono il disorientamento, ma anche una diversa e minore capacità relazionale e sociale dell’animale, un’alterazione del sonno. E con l’insorgere della patologia, l’animale mano a mano perde anche la capacità di svolgere compiti, la memoria, esattamente come accade nell’uomo.

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