Conservazione cordone ombelicale

Conservare le staminali del cordone all’estero: gli aspetti legali

Conservazione cellule staminali del cordone ombelicale: il 50% degli italiani non ha le idee chiare in merito . Il dubbio più frequente riguarda la legalità di tale pratica. Facciamo dunque un po’ di chiarezza.

ImmagineLa prima distinzione da chiarire è tra donazione pubblica e conservazione privata.

La donazione pubblica prevede che i campioni donati siano messi a disposizione della collettività per un possibile trapianto, da effettuare solo dopo averne verificato la compatibilità. In questo modo, donando il sangue del cordone del neonato, i genitori ne perdono la proprietà.
La conservazione privata invece, vede il campione prelevato diventare a tutti gli effetti di proprietà del bambino; potrà quindi essere utilizzato per lo stesso bimbo (trapianto autologo) o per un famigliare compatibile (trapianto allogenico intrafamigliare).

La situazione in Europa

In Europa ogni Paese ha la sua legislazione in materia di conservazione del cordone ombelicale: alcune nazioni approvano solo la donazione pubblica, altre lasciano massima libertà e altre ancora hanno imposto vincoli sulla conservazione privata.
E in Italia? Nel nostro Paese è possibile prelevare il sangue cordonale e donarlo al sistema pubblico o conservarlo privatamente. In quest’ultimo caso le famiglie potranno affidare il campione a biobanche costruite all’estero.

La legislazione italiana

Lo scorso 18 novembre 2009 il decreto “disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato”, ha autorizzato la conservazione del campione in apposite strutture pubbliche per uso allogenico, attraverso una donazione solidale eterologa, cioè in favore di persone diverse da colui dal quale provengono le cellule. Anche la conservazione di sangue cordonale da utilizzare sul neonato stesso o su un consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta è consentita. In quest’ultimo caso, deve risultare “ scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria”. Ad occuparsi del prelievo del campione dovrà essere una struttura appositamente accreditata, persone qualificate che rispetteranno tutta la procedura individuata.
Una volta prelevato, il campione dovrà essere inviato presso un istituto di tessuti, che ne assicura conservazione e tracciabilità. Secondo la legge italiana il campione di sangue del cordone ombelicale può essere esportato presso biobanche estere, solo dopo aver richiesto l’autorizzazione alla Regione competente e dopo aver pagato la tariffa prevista per i costi di rilascio del documento.

Il rientro del sangue del cordone ombelicale in Italia

Nel caso in cui, per uso terapeutico, il sangue cordonale dovesse essere necessario, la biobanca dove è crioconservato lo rilascerà al centro di assistenza sanitaria deputato all’intervento. Parliamo sempre di una biobanca obbligatoriamente accreditata dall’autorità competente, che ne certifica il rispetto delle normative. Un’ulteriore conferma della possibilità di reintrodurre il campione di cellule staminali cordonali nel nostro paese dopo una conservazione all’estero proviene dall’Istituto Superiore di Sanità, attraverso il Centro Nazionale Trapianti. Anche questo ente, interrogato sulla questione dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha cancellato ogni dubbio.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

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