Conservazione cordone ombelicale

False verità sulla conservazione del cordone ombelicale

I genitori in attesa di un figlio si trovano ad affrontare la tematica molto importante quale è la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale senza poter contare su canali informativi imparziali e scientificamente validi.
Invece, è molto importante che i futuri genitori possano avere le informazioni necessarie per poter prendere una decisione consapevole in merito. Ad esempio, un’affermazione che si sente spesso ripetere è che attraverso il trapianto autologo si infondono nel paziente cellule già malate, rendendo quindi inutile l’intervento. Tuttavia, questa considerazione limita l’utilizzo delle cellule staminali solamente all’ambito emato-oncologico, mentre esse possono anche essere impiegate nell’ambito della medicina rigenerativa e nel contesto immunologico1. D’altra parte, l’utilizzo del trapianto autologo è previsto anche dal Ministero della Salute con il decreto del  18 novembre 2009 nei casi di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie genetiche. Un altro mito da sfatare riguarda la durata della conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. Non è vero che dopo 10-15 anni esse perdono vitalità! Infatti, studi scientifici hanno dimostrato che anche dopo 24 anni oltre ad essere vitali  sono in grado sia di replicare se stesse che di generare cellule di tessuti diversi,2,3. L’ultima falsa verità che è importante mettere in luce è legata ad un equivoco terminologico. Accade spesso di leggere che il servizio erogato dalle biobanche private è la conservazione autologa. Peccato che quella autologa non sia una modalità di conservazione (che può avvenire in strutture pubbliche o private) bensì (insieme a quello allogenico che è il più frequente) uno dei due tipi di trapianto possibili utilizzando le cellule staminali. Rivolgendosi ad una biobanca i genitori hanno a disposizione cellule staminali  che potranno, in caso di necessità, essere infuse sia nel neonato da cui sono state raccolte sia negli altri componenti della famiglia, una volta accertata la compatibilità (Fonte EBMT)4.

Potremmo ancora andare avanti a lungo nell’elencare false verità ma è chiaro che l’intento nel diffondere queste dicerie è diffamatorio nei confronti della conservazione privata e assolutamente infondato dal punto di vista scientifico. Le biobanche non vengono mai interpellate, né si dà loro il modo di esprimere il loro punto di vista su questo argomento tanto attuale. Soprattutto si tace sui limiti della gestione pubblica che, con la realizzazione solo in Italia di ben 19 biobanche, numero che equivale al 10% delle banche mondiali, ha generato forti spese a carico dei contribuenti ed anche un buco di circa 110 milioni di euro. Inoltre, a causa della disinformazione, pochi sanno che il destino del 95% dei cordoni ombelicali è finire nel sacco dei rifiuti biologici (Fonte ADUC).
Tutte queste false informazioni creano nelle coppie in attesa di un figlio un clima di diffidenza e incertezza che le spinge a non conservare e non donare il sangue del cordone ombelicale del proprio figlio, sprecando un’importante opportunità per il loro bambino e per l’intera famiglia5.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

A cura di Ufficio Stampa Sorgente

Note

1. Francese, R. and P. Fiorina, Immunological and regenerative properties of cord blood stem cells. Clin Immunol. 136(3): p. 309-22.

2. Broxmeyer H. E., “Cord blood hematopoietic stem cell transplantation” in StemBook Community TSCR Ed., May 26, 2010.

3. Broxmeyer H. E., Lee M.R. et al., “Hematopoietic Stem/progenitor cells, generation of induced pluripotent stem cells, and isolation of endothelial progenitors from 21- to 23.5 years cryopreserved cord blood.” Blood 117(18): 4773-7.

4. EBMT: European Group for Bone and Marrow Transplantation.

5. La compatibilità totale tra fratelli è del 25% e decresce col diminuire del grado di parentela.

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