Bonus babysitter: cos’è, come funziona e a chi spetta
Il bonus babysitter nasce a partire da Marzo 2021, con l’intento di coprire e di rimborsare tutte quelle spese sostenute dalla famiglia per l’assunzione di una babysitter.
Oggi per “sfruttare” il sussidio si deve fare riferimento alla misura assegno unico che include, infatti, questa e molte altre misure a sostegno della famiglia e della genitorialità.
Per queste tematiche e per molte altre, comunque, si suggerisce di dare un’occhiata al sito web: maternita.it, un portale veramente utile e completo.
Il bonus babysitter prima del 2024
L’obiettivo, tramite il bonus, era quello di aiutare e sostenere i genitori, specialmente durante il periodo della sospensione dell’attività scolastica in presenza (dad – didattica a distanza), per l’aumento dei contagi del corona virus.
In questo periodo infatti era necessaria una babysitter, soprattutto per quei genitori che lavoravano a tempo pieno e non potevano, pertanto, dedicare il giusto tempo ai propri figli.
In altri termini, questo rappresentava un’ alternativa al congedo parentale.
Era comunque previsto un tetto massimo (pari a 1200€) e gli importi erano erogati, in base alle specifiche situazioni, mensilmente o annualmente.
I beneficiari che potevano usufruire di questo aiuto erano i genitori che avevano i figli minorenni sino al compimento di 12 anni.
Questo limite d’età, tuttavia, non valeva nel caso di figli con disabilità.
Accedevano al bonus le famiglie delle quali almeno uno dei due genitori era occupato e quando non si superavano determinati limiti economici (dimostrabili e verificabili da Modello Isee).
La situazione nel 2024
Oggi, l’alternativa all’aiuto denominato “bonus babysitter” (che come misura autonoma non esiste più), è costituita dall’assegno unico.
Ecco come funziona.
L’assegno unico prevede, relativamente al servizio babysitting, uno sgravio contributivo a favore del datore di lavoro (genitore appunto), per i contributi previdenziali che, questo, deve versare a favore della babysitter assunta; altro non è che la c.d. deduzione dei contributi.
Ovviamente la quantità di contributi versati dipende dal numero di ore lavorate dalla collaboratrice.
Il genitore – datore di lavoro può usufruire di questo, ad esempio, mediante il Modello 730.
Ovviamente, per avere diritto allo sgravio, questa figura di collaboratrice dell’infanzia va assunta con un regolare contratto, come previsto da normativa. Si tratta del CCNL, ambito lavoro domestico, che oltretutto garantisce la tutela nell’eventualità di infortunio durante il lavoro.
In questo modo, tramite l’ assegno unico, è come se ancora, seppur in altro modo, si stia usufruendo del bonus babysitter.
Qualche Informazione sull’Assegno Unico
La denominazione per esteso della misura è: assegno unico (e universale) per i figli a carico.
I beneficiari sono: qualsiasi nucleo familiare con figli, a prescindere dal loro status lavorativo.
Spetta per ogni figlio a carico, sino al compimento di 21 anni; per i neonati invece, per poter beneficiare, si deve attendere almeno il settimo mese di gravidanza.
Tutti questi limiti d’età non valgono e si usufruisce quindi a prescindere dall’età, se i figli carico sono affetti da disabilità.
Come detto, si ha diritto al bonus anche se il figlio ha più di 18 anni, quest’ultimo deve, però, soddisfare almeno uno di questi requisiti:
- essere iscritto ad un corso di formazione (o corso professionale);
- frequentare un corso di Laurea;
- partecipare al servizio civile;
- risultare disoccupato;
- essere, a tutti gli effetti, occupato, purché il suo reddito annuo da lavoro non superi gli 8 mila euro.
Per ottenere questo sostegno, ecco quali sono i vari step:
- controllare prima i requisiti;
- preparare poi le documentazioni (compreso il modello Isee);
- inviare infine la domanda.
La domanda per l’assegno unico si può inoltrare alternativamente Online (dal sito dell’Inps con la propria Identità Digitale, c.d. Spid), oppure mediante la consegna della domanda agli uffici locali dell’Inps.
L’Inps stesso, poi, effettuerà le sue valutazioni e ci sarà – o meno – l’erogazione del bonus, considerando comunque che si è puntato a rendere sempre più inclusiva la misura e ad aumentare, quindi, la platea degli usufruenti.